Può essere capitato anche a noi di pensare che esista una contrapposizione tra una “vita attiva” e una “vita cosiddetta contemplativa”, quasi come due approcci esistenziali alternativi.
Ma non è certo detto che la meditazione, e l’ascolto della voce della coscienza, coltivare l’interiorità, siano più importanti dell’aiuto concreto agli altri. Occorre piuttosto trovare come legare queste due espressioni: vivere verso la propria interiorità e verso il prossimo. Due tendenze che non si contrappongono ma che sono complementari.
Resta da capire cosa sia veramente necessario.
A questo proposito, Chiara Lubich ha scritto che la cosa più necessaria nella vita è imparare ad ascoltare la ‘voce interiore’ e mettere in pratica il bene che ci suggerisce, in modo tale da poter operare una trasformazione in noi. Non solo, ma anche di rimanerle fedeli, tenendola nel nostro cuore perché plasmi la nostra vita, portando frutti di vita nuova. Così accade nella natura: la terra tiene nel suo seno il seme perché germogli e porti frutto.
Spesso gli affanni, le malattie, gli impegni e anche le gioie e le soddisfazioni ci disperdono nel vortice delle cose da fare, non lasciandoci il tempo di fermarci per riconoscere la voce interiore dell’amore e ascoltarla.
Questa IDEA è un’occasione preziosa per esercitarci nello scegliere la ‘parte migliore’, ossia ascoltare la voce interiore che ci spinge al bene per acquisire quella libertà che ci può consentire di agire di conseguenza nella nostra vita di ogni giorno.