Non dobbiamo fare nulla per spirito di discordia o di vanità, e l’umiltà deve condurci a ritenere gli altri come superiori a noi stessi. Ognuno deve seguire non solo il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Servire, non piú come uno schiavo tenuto al suo lavoro, ma come una persona libera che offre generosamente le sue capacitá e le sue forze, che si impegna in favore di un gruppo, di una parte – se non di tutti – di coloro che hanno bisogno del suo aiuto, senza eccezioni e senza pregiudizi.
È un appello anche per noi oggi a mantenere aperti la mente e il cuore in modo da riconoscere e pensare ai bisogni degli altri, per essere attivi nel momento in cui costruiamo dei rapporti autenticamente umani, per far crescere i nostri talenti in funzione del bene comune, e per ricominciare nonostante i nostri fallimenti. È l’invito a situarci nell’ultimo posto in modo da convocare tutti verso un futuro possibile: la fraternità universale.
Chiara Lubich ha suggerito come servire nella vita concreta: scegliendo l’ultimo posto nelle innumerevoli occasioni che ci si presentano ogni giorno. Ci è stata affidata una responsabilitá di una certa importanza? Non dobbiamo sentire che siamo “qualcuno”, non lasciamo spazio alla superbia e all’orgoglio. Ricordiamo che la cosa piú importante è amare gli altri. Cogliamo l’occasione della nuova situazione per servire meglio l’altro, senza dimenticarci di pensare a quelle che sembrano essere delle piccole cose: i rapporti personali, gli umili doveri di ogni giorno, l’aiuto ai genitori, la pace e l’armonia in famiglia, l’educazione dei bambini… È che il segreto della nostra esistenza è amare, e amare preferentemente gli ultimi. Facendo cosí, la nostra vita sarà una permanente costruzione della fraternitá universale.
La protezione della casa comune – il cosmo –, una cosa tanto attuale, è un servizio al bene comune che possiamo condividere con molte persone nel mondo, ed è da molti anni un’idea-forza per la comune testimonianza degli uomini, in modo da scoprire il valore di ogni cosa e renderci portatori di pace nella famiglia umana.