Chiara Lubich ci diceva che c’è un filo d’oro, o meglio, un divino ricamo che lega tutta la nostra vita, un amore che richiede una risposta, fatti concreti. È il nostro dover essere, il nostro vero essere, la nostra piena realizzazione. Ripetiamo quindi in modo esplicito di fronte ad ogni avvenimento allegro o indiferente: “sì”. Scopriremo che questa semplice espressione sarà una spinta potente, una pedana di lancio, in modo da fare con amore, con perfezione, con totale dedizione, ció che dobbiamo fare. Comporremo cosí attimo dopo attimo il meraviglioso, unico ed irripetibile mosaico della nostra vita; cose belle, grandi, immense, in cui anche la minima parte, come un atto d’amore forse inavvertito, ha senso e risplende, allo stesso modo dei minuscoli e variegati fiori hanno il loro perché nell’infinita bellezza della natura.
Quest’IDEA ci aiuta ad aprire la nostra interiorità alla dimensione fraterna attraverso dei gesti concreti. Ci spinge ad “uscire” da noi stessi per portare la riconciliazione e la speranza agli altri.
Un gruppo di ragazzi di Heidelberg (Germania) ci offre questa testimonianza: “Come fare affinché i nostri amici possano sperimentare che la chiave della felicitá si trova quando ci doniamo agli altri? Da qui partiamo per lanciare la nostra nuova azione dal nome ‘Un’ora di felicità’’. L’idea è molto semplice: si tratta di rendere felice un’altra persona, almeno durante un’ora al mese. Abbiamo cominciato da chi ci é sembrato avesse piú bisogno di amore, abbiamo offerto la nostra disponibilitá e abbiamo visto che le porte si aprivano. In una piazza a cui avevamo accompagnato alcuni anziani nelle seggiole a rotelle, o in un ospedale andandoci a giocare con dei bambini ricoverati, o praticando un po’ di sport con delle persone disabili. Loro erano felici, ma noi lo eravamo ancora di piú. E i nostri amici invitati ad andarci insieme a noi? Prima erano curiosi, ma ora che hanno fatto la prova di rendere felici gli altri, sono d’accordo con noi: la felicità si dà e allo stesso tempo la si sperimenta”.