Era lo scorso inverno quando amici di Prato e dell’Umbria, appartenenti a due gruppi spontanei di dialogo (Luciana fa parte di entrambi i gruppi), persone di culture diverse, alcune con riferimento religioso, altre senza alcun riferimento religioso, ma che hanno tutte conosciuto il carisma dell’unità di Chiara Lubich , hanno dato vita ad una riflessione e condivisione sulla “Fratelli tutti , l’ultima Enciclica di Papa Francesco.

Si sono presto aggiunti amici di altra Città della Toscana, del Trentino, del Veneto, della Lombardia, del Lazio, della Puglia.

L’obiettivo: “entrare nell’Enciclica da protagonisti …”

Al termine dell’approfondimento è stata inviata a Papa Francesco la seguente lettera che raccoglie il valore, il significato, lo spirito dell’iniziativa intrapresa.

Caro Papa Francesco,

in un tuo intervento del 2015 a Cuba, racconti di un incontro avuto con il parroco di una comunità di Buenos Aires in cui il sacerdote, illustrando i lavori compiuti in alcuni locali e presentandoti chi li aveva fatti, ti ha detto: «Questo è l’architetto, è ebreo; questo è comunista, questo è cattolico praticante, questo è…».

Papa Francesco, noi siamo questi: 30 persone di culture diverse, per metà circa senza riferimenti religiosi, appartenenti a gruppi spontanei, che hanno in comune il desiderio di vivere il dialogo innestato nel carisma dell’unità che Chiara Lubich ci ha trasmesso.

In questi mesi di blocco degli spostamenti e di assenza d’incontri in presenza, abbiamo “sentito” di viaggiare attraverso gli otto capitoli della Lettera Enciclica “Fratelli Tutti”, con tappe quindicinali, utilizzando le nuove tecnologie: proveniamo da Lombardia, Puglia, Toscana, Trentino, Umbria, Lazio e Veneto e per molti di noi è stato il primo incontro con un’enciclica.

Quali i risultati di questo viaggio? Ognuno di noi potrebbe dire molto.
“Un giorno andando a fare la spesa, come spesso accade, ecco accanto ai carrelli un uomo. Non bastava più offrirgli una moneta, era necessario innanzitutto incrociare il suo sguardo, guardarlo in faccia. Poche parole, senza fretta, e il dopo molto diverso dal prima.”

Ciò che sorprende è che questa esperienza include tutti, indipendentemente dai riferimenti ideali e/o religiosi.

“A me non credente e agnostico, Papa Francesco ha inviato una lettera e ho sentito concreto l’invito alla riflessione e al dialogo. … è stata un’esperienza valida perché ho trovato persone che hanno “rispettato’” il pensiero del diverso… possiamo trovare nella ricerca delle cose della vita, delle realtà fondamentali come riferimento comune.”

Caro Papa Francesco grazie per l’enciclica e per quello che stai facendo per l’umanità e per la Chiesa.

Saremmo lieti di poterti incontrare personalmente per consegnarti il frutto di questo lavoro composto dalle riflessioni di tutti coloro che hanno partecipato.
Chi tra noi è religioso prega per te, chi invece non lo è ti rivolge un intenso pensiero pieno di simpatia e gratitudine.

28/08/2021

E Papa Francesco ha subito risposto:

“Grazie tante per la vostra lettera del 30 agosto. Grazie per la vostra testimonianza. Sono rimasto contento. Alla fine voi dite: saremmo lieti di poterti incontrare personalmente per consegnarti il frutto di questo lavoro composto dalle riflessioni di tutti coloro che hanno partecipato. Sono disposto. Prego per voi. Fatelo per me …. o, almeno mandatemi “buona vida”. Che il Signore vi benedica.”

Ed ecco è successo. Al termine dell’Udienza del 24 Novembre 2011 Luciana, pervasa da evidente commozione, ha consegnato, direttamente nelle mani di Papa Francesco, a nome di tutti coloro che hanno partecipato alla iniziativa denominata “Fratelli tutti”, alcuni presenti, altri impossibilitati a partecipare ma in unità, il risultato del lavoro svolto, raccolto in un libretto dal titolo “unità nella diversità”. Erano presenti anche Aurora Nicosia direttrice di Città Nuova (vedi articolo che ha scritto) e Maria Àngels.

Luciana racconta di aver avuto la sensazione che gli occhi di Papa Francesco, sempre espressione di profondo ascolto, di amore immenso, si sono illuminati particolarmente mentre gli porgeva il libro. Forse in quel momento si è ricordato della nostra lettera, di chi eravamo.