Chi è il più grande, il più potente, colui che vince nella società, nella politica e nel mercato? Questa domanda si inserisce in ogni rapporto, orienta le scelte, determina le strategie. È la logica dominante, a cui facciamo ricorso persino inavvertitamente, forse nel desiderio di offrire dei risultati positivi ed efficenti a coloro che ci sono attorno.
Di fronte ad una mentalità concorrenziale e autosufficiente, dobbiamo confrontare l’elemento piú debole della società, quello che non ha un ruolo né da difendere né di cui vantarsi; colui che è completamente dipendente si fida spontaneamente dell’aiuto degli altri. Non si tratta però di accettare un ruolo passivo, di rinunciare ad essere propositivi e responsabili, ma di compiere un atto di volontá e di libertá. Essere come i bambini. Dobbiamo diventare piccoli, il che richiede la volontá e l’impegno per produrre un cambiamento di rotta.
È così il modo in cui Chiara Lubich ha approfondito le caratteristiche del farsi bambino. Il bambino si abbandona con fiducia nei suoi genitori, crede al loro amore. La persona autentica, come il bambino, crede all’amore, si dà agli altri, consegna in lui una fiducia illimitata. Ci insegna che il “bambino” depone tutto nella compassione, dimenticando il passato, comincia ogni giorno una vita nuova, con uno spirito creativo.
In Colombia, Vicente e la sua famiglia attraversavano la difficoltà della pandemia in un regime di lockdown molto severo. Così ci scrive: “Quando iniziò lo stato d’assedio la vita di ogni giorno cambiò di colpo. Mia moglie e i nostri due figli piú grandi dovevano preparare degli esami all’Università; il piú piccolo non riusciva ad adattarsi allo studio virtuale. A casa nessuno aveva il tempo di badare agli altri. Mentre questo caos stava per scoppiare, capii che era un’opportunità per mettere in pratica l’arte di amare. (.) Cominciai a pensare alla cucina, a preparare il pranzo, benché io non sia un cuoco esperto. Non sono nemmeno molto accurato nel fare la pulizia della casa, ma capii che cosí avrei fatto calare l’agitazione quotidiana della famiglia. Ciò che iniziò come un atto d’amore per un solo giorno, si moltiplicò per parecchi mesi. Quando finivano i loro impegni, anche gli altri membri della famiglia pensavano alla casa e al vestiario. Inieme abbiamo costatato che l’amore creativo suggerisce come mettere tutto in ordine”.